
Sudare sangue, sembra
incredibile, impossibile ma purtroppo non lo è. A dimostrare agli occhi del
mondo incredulo che tutto ciò è possibile l’evidenza della malattia di cui è
affetta una giovane ventunenne di Firenze, la cui patologia, l’ematoidrosi è
ora oggetto di intensa discussione e indagine scientifica all’interno del mondo
della medicina.
La giovane, affetta da questa
patologia da qualche anno, si sarebbe rivolta solo di recente all’ospedale del
capoluogo toscano,acuito inoltre da un forte stato di depressione dovuto ai
disagi e al senso di “vergogna” generato dalle manifestazioni cutanee della
patologia. L’ematoidrosi, diagnosticata a seguito delle numerose analisi
condotte sul corpo della ragazza presso la struttura ospedaliera fiorentina,
altro non sarebbe che un “riversamento” di sangue dovuto alla rottura di vasi
sanguigni e capillari che avvolgono le nostre ghiandole sudoripare, le quali al
momento della secrezione permetterebbero quindi al sangue di raggiungere la
superficie cutanea. A determinare tale certamente anomala situazione sarebbero
stati di forte stress che agirebbero sui nostri vasi sanguigni facendoli
dilatare sino a rompersi, come riportato in uno studio canadese sul caso,
recentemente pubblicato sul Canadian Medical
Association Journal.
Tuttavia, l’eziologia della
patologia non sarebbe così chiara e lineare stando ai dati raccolti dai medici
fiorentini che hanno in cura la giovane poiché in realtà “Non c'era nessuna
causa scatenante visibile per il sanguinamento che poteva avvenire mentre la
donna dormiva o durante l'attività fisica. La paziente ha dichiarato che il
fenomeno era più intenso durante i periodi di maggior stress, con episodi di
durata da uno a cinque minuti" hanno dichiarato Roberto Maglie e Marzia Caproni
del dipartimento di Dermatologia.
Data la casistica ridotta e la
scarsa letteratura, orientarsi non sarà facile. Attualmente i casi di ematoidrosi
noti al mondo sono solamente quattro: l’Indian Journal of Dermatology ha
discusso nelle proprie pagine di 3 casi dal 2009 al 2013, mentre un altro caso
di una giovane colpita da questa patologia è stato reso noto sempre nel 2013 da
Blood, nota rivista specializzata nel settore dell’ematologia.
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